
L’uso del sorteggio in politica é vecchio come l’uomo e fa parte della sua storia. Non é facile argomentare approfonditamente l’evoluzione di questo sistema, un pó per la carenza di informazioni, un pó per lacune personali. Tuttavia credo di essere in grado di descrivere quella che puó essere considerata come la probabile storia dell’evoluzione del sorteggio in politica che seppur imprecisa non discosterá molto dalla realtá:
Immagino che le prime forme di governo delle societá derivarono dalla legge naturale del piú forte. Nei Clan i membri piú influenti del gruppo venivano accettati come leader occasionali (nella caccia o per la guerra) in quanto dotati di capacitá tecniche e decisionali superiori e per ció riconosciuti come guida. Inoltre il flusso di informazioni assorbito dal Clan era relativamente modesto e le informazioni facilmente fruibili attraverso contatti diretti con gli stessi membri dai leader stessi.
Con l’allargarsi delle tribú le difficoltá aumentarono sotto ogni aspetto. Nacqueró nuove attivitá, nuove tecnologie e l’amministrazione della societá divenne sempre piú complessa anche per l’incapacitá sia di reperire che di elaborare tutte le informazioni a disposizioni della tribú.
Forse é cosí che venne a formarsi l’immagine del leader come figura distaccata dal resto del gruppo, una figura complessa allo stesso tempo rispettata e temuta, inizialmente divina. Tale posizione richiedette la creazione di un’organizzazione sociale piú soffisticata per la gestione del “potere”, ossia un’evoluzione dell’antica legge del piú forte. La religione, che da sempre ha accompagnato l’evoluzione dell’uomo ha probabilmente portato a pensare gli stessi uomini che solo un potere superiore fosse in grado di risolvere questo problema, la divina “sorte”. In alcune delle societá che non vedevano la reincarnazione degli dei nei loro Re, puó darsi che il sorteggio fosse usato per la selezione di alcune cariche e percepito come scelta divina.
É probabile che in alcune societá venne deciso di usare il sorteggio proprio per scegliere alcuni incarichi pubblici, ossia che riguardavano l’amministrazione della societá. Immagino che ció possa essere avvenuto a seguito di abusi di poteri da parte dei precedenti Capi o Imperatori e nell’incapacitá di decidere i “migliori” prima dell’avvento di un altro potente la societá abbia lasciato la scelta al divino, manifestata sotto forma del sorteggio. In questo caso il sorteggio aveva molti pregi, primo fra tutti il rispetto di una “voce superiore”, che almeno inizialmente ed in parte riduceva gli scontri per la lotta al potere. Immagino che queste caratteristiche si tradussero in piú stabilitá e periodi di pace prolungati che portarono altri gruppi ad addottare la stessa tecnica.
Fu cosí che uno di questi gruppi, chiamiamoli gli Ateniesi, divenne una societá complessa ed evoluta che all’interno della sua cultura aveva anche e non solo la conoscenza dell’uso del sorteggio. L’evoluzione tecnica e culturale della societá portó al superamento della dimensione “divina” del sorteggio, che venne riconosciuto anche come strumento antropico utile al conseguimento di molti scopi. Ma fu nelle sue applicazioni sociali che il sorteggio dimostrava meglio le sue proprietá, le stesse che ancora oggi si studiano: la prevenzione della corruzione e del dominio da parte di gruppi di potere, la riduzione dei conflitti ecc… Queste caratteristiche erano ormai note, ma l’avanzata societá greca, che tra l’atro ha inventato la filosofia, fu anche in grado di riconoscere nel sorteggio alcune caratteristiche democratiche tra cui l’uguaglianza tra i membri, il che portava anche ad un aumento della partecipazione con un miglioramento della qualitá della democrazia stessa. Fu l’inizio dell’uso razionale del sorteggio, anche se non totalmente distaccato dalla religione.
Successivamente all’apice d’avanzamento greco, l’evoluzione sociale delle societá seguí un andamento altalenante. Il sorteggio venne storicamente usato in molte occasioni parallamente ad altri metodi di selezione, un esempio sono i comuni rinascimentali italiani dove peró la veste “divina” fu quasi totalmente sostituita da quella “razionale”. In generale, di pari passo con l’evoluzione della scienza anche l’amministrazione della societá seguí un indirizzo sempre piú razionale. Fu forse per questo motivo che nel momento in cui le societá raggiunsero la maturitá sociale greca il sorteggio fu lasciato da parte per l’elezione. L’idea di lasciare alla sorte la scelta di importanti cariche appariva in contrasto con il raziocinio, il che portó a pensare che il voto fosse ugualmente democratico e piú razionale. Montesquieu e Rousseau discussero a tal proposito ponendo le basi della rivoluzione francese che faticosamente fece a meno del sorteggio. Ne é prova l’esistenza di piú proposte di riforme che facevano uso del sorteggio (allora il sorteggio era conosciuto al popolo come uno strumento democratico).
Oggi é possibile comprendere in modo piú profondo le implicazioni dell’uso del sorteggio nella politica, intesa come arte del governo della societá.
É per questo che l’uso del sorteggio appare ancor piú razionale, grazie alla statistica infatti siamo in grado di comprenderne la caratteristica della rappresentanza descrittiva. Ma c’é dell’altro, c’é la comprensione della necessitá di un elemento, che non soffra dei difetti né goda delle proprietá umane. Uno strumento dunque che non sia né razionale né irrazionale, né buono né cattivo, semplicemente fuori dalla portata dell’intervento umano, estraneo ad ogni logica politica, inattaccabile, incorruttibile, perfettamente egualitario.
Il sorteggio.
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