Pif in Islanda

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Per chi non conoscesse Pif questa é una buona occasione! In ogni caso questa é una puntata speciale perché con la sua telecamera é atterrato in Islanda. Non c’é bisogno che vi dica il perché trovo che sia speciale, lo scoprirete guardandola.

Ci sarebbero tante cose curiose da commentare, ma la cosa che trovo piú interessante é come il momento di crisi abbia dato il via ad un cambiamento, una svolta che ha toccato tutti i cittadini e li ha coinvolti come poche altre volte. Una cambiamento che senza la crisi probabilmente non sarebbe mai avvenuto.

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DEMARCHIA 1.0

In questo post presento quello che ho chiamato DEMARCHIA 1.0, ossia un esempio d’integrazione dell’uso del sorteggio in politica a livello nazionale.
Il sorteggio non é altro che uno strumento, da solo non é in grado di creare alcun ché, ma é uno strumento potente con alcune caratteristiche importanti che portano sempre piú persone a pensare che possa essere integrato nella societá al fine di migliorarla, renderla piú democratica. In particolare trovo che il sorteggio sia lo strumento piú egualitario e democratico che possa esserci per la selezione dei membri del Parlamento. Non altrettanto per quelli del Governo, per i quali trovo siano piú indicati dei tecnici esperti. Trovo in ogni caso sbagliato che le due cose coincidano come succede oggi e auspicherei la separazione dei ruoli tra Parlamento e Governo.

Oggi il parlamentare esprime il voto in rappresentanza di chi lo ha eletto (in teoria) mentre il ministro propone e attua (sempre grazie all’aiuto di tecnici di sua fiducia)  le soluzioni decise dal Parlamento. Trovo che sarebbe piú semplice che al posto del rappresentante ci sia direttamente il cittadino mentre al posto del “ministro che chiede al tecnico” ci sia il tecnico.

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L’evoluzione del Sorteggio

L’uso del sorteggio in politica é vecchio come l’uomo e fa parte della sua storia. Non é facile argomentare approfonditamente l’evoluzione di questo sistema, un pó per la carenza di informazioni, un pó per lacune personali. Tuttavia credo di essere in grado di descrivere quella che puó essere considerata come la probabile storia dell’evoluzione del sorteggio in politica che seppur imprecisa non discosterá molto dalla realtá:

Immagino che le prime forme di governo delle societá derivarono dalla legge naturale del piú forte. Nei Clan i membri piú influenti del gruppo venivano accettati come leader occasionali (nella caccia o per la guerra) in quanto dotati di capacitá tecniche e decisionali superiori e per ció riconosciuti come guida. Inoltre il flusso di informazioni assorbito dal Clan era relativamente modesto e le informazioni facilmente fruibili attraverso contatti diretti con gli stessi membri dai leader stessi.

Con l’allargarsi delle tribú le difficoltá aumentarono sotto ogni aspetto. Nacqueró nuove attivitá, nuove tecnologie e l’amministrazione della societá divenne sempre piú complessa anche per l’incapacitá sia di reperire che di elaborare tutte le informazioni a disposizioni della tribú.

Forse é cosí che venne a formarsi l’immagine del leader come figura distaccata dal resto del gruppo, una figura complessa allo stesso tempo rispettata e temuta, inizialmente divina. Tale posizione richiedette la creazione di un’organizzazione sociale piú soffisticata per la gestione del “potere”, ossia un’evoluzione dell’antica legge del piú forte. La religione, che da sempre ha accompagnato l’evoluzione dell’uomo ha probabilmente portato a pensare gli stessi uomini che solo un potere superiore fosse in grado di risolvere questo problema, la divina “sorte”. In alcune delle societá che non vedevano la reincarnazione degli dei nei loro Re, puó darsi che il sorteggio fosse usato per la selezione di alcune cariche e percepito come scelta divina.

É probabile che in alcune societá venne deciso di usare il sorteggio proprio per scegliere alcuni incarichi pubblici, ossia che riguardavano l’amministrazione della societá. Immagino che ció possa essere avvenuto a seguito di abusi di poteri da parte dei precedenti Capi o Imperatori e nell’incapacitá di decidere i “migliori” prima dell’avvento di un altro potente la societá abbia lasciato la scelta  al divino, manifestata sotto forma del sorteggio. In questo caso il sorteggio aveva molti pregi, primo fra tutti il rispetto di una “voce superiore”, che almeno inizialmente ed in parte riduceva gli scontri per la lotta al potere. Immagino che queste caratteristiche si tradussero in piú stabilitá e periodi di pace prolungati che portarono altri gruppi ad addottare la stessa tecnica.

Fu cosí che uno di questi gruppi, chiamiamoli gli Ateniesi, divenne una societá complessa ed evoluta che all’interno della sua cultura aveva anche e non solo la conoscenza dell’uso del sorteggio. L’evoluzione tecnica e culturale della societá portó al superamento della dimensione “divina” del sorteggio, che venne riconosciuto anche come strumento antropico utile al conseguimento di molti scopi. Ma fu nelle sue applicazioni sociali che il sorteggio dimostrava meglio le sue proprietá, le stesse che ancora oggi si studiano: la prevenzione della corruzione e del dominio da parte di gruppi di potere, la riduzione dei conflitti ecc… Queste caratteristiche erano ormai note, ma l’avanzata societá greca, che tra l’atro ha inventato la filosofia, fu anche in grado di riconoscere nel sorteggio alcune caratteristiche democratiche tra cui l’uguaglianza tra i membri, il che portava anche ad un aumento della partecipazione con un miglioramento della qualitá della democrazia stessa. Fu l’inizio dell’uso razionale del sorteggio, anche se non totalmente distaccato dalla religione.

Successivamente all’apice d’avanzamento greco, l’evoluzione sociale delle societá seguí un andamento altalenante. Il sorteggio venne storicamente usato in molte occasioni parallamente ad altri metodi di selezione, un esempio sono i comuni rinascimentali italiani dove peró la veste “divina” fu quasi totalmente sostituita da quella “razionale”. In generale, di pari passo con l’evoluzione della scienza anche l’amministrazione della societá seguí un indirizzo sempre piú razionale. Fu forse per questo motivo che nel momento in cui le societá raggiunsero la maturitá sociale greca il sorteggio fu lasciato da parte per l’elezione. L’idea di lasciare alla sorte la scelta di importanti cariche appariva in contrasto con il raziocinio, il che portó a pensare che il voto fosse ugualmente democratico e piú razionale. Montesquieu e Rousseau discussero a tal proposito ponendo le basi della rivoluzione francese che faticosamente fece a meno del sorteggio. Ne é prova l’esistenza di piú proposte di riforme che facevano uso del sorteggio (allora il sorteggio era conosciuto al popolo come uno strumento democratico).

Oggi é possibile comprendere in modo piú profondo le implicazioni dell’uso del sorteggio nella politica, intesa come arte del governo della societá.
É  per questo che l’uso del sorteggio appare ancor piú razionale, grazie alla statistica infatti siamo in grado di comprenderne la caratteristica della rappresentanza descrittiva. Ma c’é dell’altro, c’é la comprensione della necessitá di un elemento, che non soffra dei difetti né goda delle proprietá umane. Uno strumento dunque che non sia né razionale né irrazionale, né buono né cattivo, semplicemente fuori dalla portata dell’intervento umano, estraneo ad ogni logica politica, inattaccabile, incorruttibile, perfettamente egualitario.

Il sorteggio.

Demarchia a Scuola

Prima di immaginare qualsiasi tipo di lista civica per un comune demarchico o camere del Senato demarchiche sarebbe bene sperimentare lo stesso principio per organizzazioni di più semplice livello. Un semplice esempio potrebbe essere la scelta del rappresentante d’istituto degli studenti.

Per poter organizzare meglio l’estrazione e far capire come funzioni il meccanismo della demarchia potrebbe essere d’aiuto la tecnologia ovvero internet. Ma andiamo con ordine.

Ad esempio immagiono una scuola di 500 studenti e di sfruttare i principi della demarchia per estrarre 3 rappresentanti.

Inizialmente saranno scelte tre persone con il compito di pubblicizzare il sistema e di avviarlo, rappresenteranno le veci dell’ipotetico gruppo dei membri estratti l’anno precedente e gestiranno la prima estrazione, dopo di che il compito di organizzare l’estrazione passerà di anno in anno ai rappresentanti uscenti.

Attraverso un sito sarebbe possibile gestire la raccolta delle idee in modo organizzato, ossia fare le veci di quel lavoro che oggi è svolto dai partiti e dalle liste, con la fondamentale differenza che invece dividerle in base a “non ben identificate e tutte uguali” correnti di pensiero le si divide semplicemente in base all’argomento.

Ogni studente sarà obbligato dal regolamento d’istituto ad esprimere uno o più pensieri e/o preferenze su alcuni argomenti che riguardano la vita scolastica scrivendole sul sito appositamente creato. Il sito sarà organizzato per argomenti e per ogni argomento saranno indicati dei punti chiave. Tali punti saranno scelti dagli organizzatori/ex rappresentanti in funzione dei problemi che si sono trovati a dover risolvere o che stanno affrontando, cioè le cose su cui i rappresentanti e quindi gli studenti sono chiamati a decidere.

Altri punti possono essere proposti dagli studenti ed essere inseriti sul sito a discrezione e per compito degli organizzatori, ossia i rappresentanti uscenti.

Ogni punto sarà caratterizzato da alcune righe di riassunto principali che precedono l’eventuale più completa descrizione. Per ogni punto sarà possibile votare, come il sistema “mi piace” di Facebook.

Una volta completata la fase di raccolta dati, sarà possibile valutare una statistica sui punti di ogni argomento.

A questo punto viene effettuata l’estrazione secondo i criteri demachici. Le persone estratte avranno l’obbligo di rappresentare gli studenti del loro istituto. Per farlo potranno avvalersi delle informazioni ricavate dal sito ma più in generale dovranno agire secondo il loro pensiero essendo statisticamente quello della maggioranza degli studenti. Per verificare questo fatto si possono usare le statistiche raccolte dal sito.

Occorre ricordare che tutto il sistema è sperimentale e ha lo scopo di sperimentare una rappresentazione democratica ma con sistema demarchico. Quindi molti punti di questo “esempio” saranno contestabili e sicuramente migliorabili ma la linea generale non cambia.

Il fatto di obbligare gli studenti estratti a fare i rappresentanti è forse un po’ forzato. Si potrebbe inserire la partecipazione alla rappresentanza tra altri compiti richiesti agli studenti, come attività supplementare come ad esempio l’acquisizione di crediti di studio in attività di tutor, rappresentante d’istituto, aiuto ricerca in laboratorio, o altri modi. Oppure il posto potrebbe essere retribuito così da spingere chi viene estratto a non rinunciare.

Vorrei che fosse obbligatorio perché altrimenti accetterebbero la posizione di rappresentante solo le persone con particolari ambizioni, che in genere per mia personale esperienza, non sono quelle di rappresentare gli studenti. Un motivo ancora più importante del perché dovrebbe essere obbligatorio è questo: gli studenti devono percepire la partecipazione alla gestione della scuola come un dovere e non solo come un diritto.

Partendo dalla scuola, si dovrebbe insegnare la partecipazione alla gestione del pubblico agli studenti così che poi le generazioni future abbiano un’idea della politica veramente democratica!