Capire il movimento

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Leggo Beppe Severgnini sul Time e scuoto la testa. Non è facile capire quando le cose stanno cambiando. Tra tanto fango nell’informazione (giornali, televisioni ecc..), mi sembra di riconoscere anche qualche analisi genuina del M5S, ma spesso sbagliata.

Premetto che sono un simpatizzante ma non un attivista del movimento. Le mie perplessità riguardano l’uso della democrazia diretta all’interno del movimento che non risolve quelli che ritengo essere alcuni dei problemi della democrazia rappresentativa ossia la mancanza di una vera uguaglianza, la presenza dei personalismi, la corruttibilità del sistema, ecc.. Tutto ció è legato all’uso del voto come unico strumento di selezione dei rappresentanti quando ve ne sono di altri e migliori.

Sará perché le mie idee sono molto piú radicali di quelle del M5S che mi sembra semplice capire la sua natura, o almeno credo, ma sono anche convinto che gran parte dei Media, dei politici, dei cittadini e secondo me anche parte di chi il movimento lo ha votato non ha colto la sua vera natura.

Chi chiama gli attivisti come grillini, chi crede che siano poco competenti e facilmente corruttibili, chi crede che Grillo sia un comico, chi crede che il movimento sia un partito e che sia controllabile dall’esterno, chi crede nella politica senza dibattito, in sostanza chi ragiona dentro al sistema.

Suona un po’ complottista ma no lo é. C’è chi dice che per capire il movimento bisogna vederlo da dentro, non sono d’accordo. Secondo me per capire cosa sta succedendo bisogna essere giovani! Giovani mentalmente, aperti a nuove idee, liberi pensatori, ad oggi si potrebbe dire rivoluzionari. Non è un caso che la maggior parte degli attivisti siano giovani.

Quindi cos’è il movimento? Non è un partito, quindi non ha un’organizzazione gerarchica al suo interno e chi è abituato al PD e cerca un Dalema alla guida del M5S, resterá deluso, non capirà mai il movimento. Chi cerca una linea di partito che leghi i deputati o i senatori del movimento a votare contro la loro coscienza,  non ha capito il movimento. Chi crede di rapportarsi con un pensiero unico stile PDL, impazzirà davanti a tante correnti di pensiero. Il M5S è fatto di persone indipendenti.

Quindi chi comanda nel movimento? Grillo non è un parlamentare né lo è Casaleggio. Insieme sono in grado di influenzare fortemente il pensiero di tanti, ma non di tutti. Chi vede in loro la guida sbaglia. Entrambi hanno rappresentato un punto sia di forza che di debolezza ma ora il movimento ha i suoi rappresentanti e qualunque cosa succeda tra Grillo e il movimento, in parlamento d’ora in poi ci saranno delle persone indipendenti. Ripeto, il M5S è fatto di persone indipendenti.

Quali competenze hanno i membri del M5S? Guardo Che Tempo Che Fa e sento Fazio ragionare insieme alla Letizzetto sulla professione del politico. Non basta l’intelligenza e la conoscenza, ci vuole coraggio ad essere giovani per chi giovane non é. A loro come a molti spaventa l’idea che al governo del paese ci siano persone qualunque. La politica è una professione, bisogna sapere dibattere, bisogna capire il paese, bisogna essere competenti nelle varie materie e saper difendere i propri principi. Infatti da anni il parlamento va avanti a fiducie (senza dibattiti), i politici sono ormai considerata una casta e non vivono tra i cittadini e le Iene li ridicolarizzano con le loro interviste e… tralascio i principi.

OK, la realtà è diversa ma in linea di principio il politico dovrebbe essere un professionista: No. A parte la scuola dell’On. Scilipoti non esiste una scuola per diventare onorevoli e se anche esistesse quali sono le competenze che dovrebbe avere un politico? Troppe e troppo varie, tant’è vero che anche i Ministri, coloro che piú di qualunque altro onorevole dovrebbero incarnare tutte queste conoscenze si avvalgono di consulenti esperti. Il politico dovrebbe essere l’espressione dei pensieri e delle volontà dei cittadini, esperto? Si, esperto nell’essere cittadino. Chi meglio dei cittadini dunque?

OK, ma il parlamentare è diverso! Vero, egli ha la responsabilitá di decidere e per farlo occorre che sia competente in economia, quando si vota la finanziaria, in medicina, quando si vota per l’eutanasia, in diritto, quando si vota sul legittimo impedimento, ecc.. Va da sé che un parlamentare cosí non esiste.

Cos’è il M5S? È il movimento che ha portato dei cittadini indipendenti in parlamento.

Forse meno del 5% di quel 25% e passa di voti intende il movimento come me e meno di un quinto degli eletti in parlamento è animato dallo stesso spirito, ma non importa. Il cambiamento ormai c’è.

Quale ruolo per il M5S?

ruolo

In che modo il Movimento 5 Stelle ha cambiato il parlamento? In molti modi, sia direttamente che indirettamente ma quel che vorrei analizzare qui è come la sua presenza in parlamento e al senato potrá incidere in futuro.

Non è facile rispondere a questa domanda, anche se apparentemente gli eletti del M5S pur non avendo una struttura partitica alle spalle sembrano essere abbastanza compatti sul fronte della non coalizione. Anche dando per certo la coerenza della loro scelta, rimangono molti gli scenari aperti. Lo scopo di questo ragionamento non è quello di “indovinare” che governo si formerá, quanto durerà, ecc.. Lo scopo è cercare di capire in che modo un gruppo sostanzioso di semplici persone, non legate ai partiti, alle lobby, al palazzo, insomma persone normali che possiamo considerare indipendenti, possano influenzare il funzionamento delle camere.

Ovviamente non si tratta delle procedure di funzionamento, ma degli aspetti politici del funzionamento delle camere. Da questo punto di vista il M5S genererà dei cambiamenti profondi. Personalmente credo che se i deputati ed i senatori del movimento rimarranno indipendenti ci sono buone probabilitá che le camere funzionino meglio. Tali probabilitá sono state valutate in modo piú scientifico da un gruppo di professori dell’Universitá di Catania, nell’articolo “Quanto potrebbe essere efficiente il nostro nuovo senato?”. Le loro conclusioni a tale domanda indicano che il ruolo del M5S sará determinante ai fini di massimizzare l’efficienza del Senato. Per capire cosa intendano per “efficienza” e come l’abbiano calcolata vi invito a leggere il loro articolo.

E il muro comincia a crollare..

muro di berlino

Grandioso!

Sono le 23.20 del 25/02/13, Vendola sta parlando. É perfetto, sta andando proprio come deve andare! Sta per fare l’ultimo passo, ormai ha avviato quel processo che solo pochi furbi hanno fiutato… Fra poco cederá la parola e la sua sinistra lo dimenticherá e si alleerá con Monti per dirigersi verso la fine, l’ultimo capitolo, the End!

Nel giro di pochi mesi insieme, governeranno male in un momento difficilissimo e apriranno la voragine che li fará affondare. Alle prossime elezioni il grande assente, l’impero Ottomano del XXI secolo sará proprio la sinistra!

Quella voragine andrá riempita, ed allora ho paura che rimmarrá in piedi ancora lui, ancora una volta come un foreman in bilico mentre Alí lo guarda crollare, con sullo sfondo la gente, povera, in un’Italia distrutta.

Ma basta con ste sciocchezze. Ho sempre pensato che per poter smuovere le coscienze delle persone fosse necessario toccare il fondo per poter ripartire. Ma non ci ho mai creduto veramente, un pó perché il sistema é globale e farebbe di tutto per non crollare e un po’ perché arrivati al fondo, si puó sempre scavare. Forse mi sbagliavo.

É questo il momento in cui le nuove idee germogliano. Il seme c’é, il mio/nostro si chiama demarchia!

Perché voteró Movimento 5 Stelle

M5S

Dopo una serie di ragionamenti, soppesando in vari modi pro e contro di ogni scelta ero giunto a questa conclusione:

Votare M5S oppure Astensione.

Avverto della tensione nell’aria, é il segno che queste elezioni sono importanti. Purtroppo noto anche molta delusione e rassegnazione, ed ammetto che spesso sono portato a pensare che la “politica” che abbiamo é quella che meritiamo, i politici che abbiamo votato sono italiani come noi.

Peró adesso basta, non voteró alle elezioni con lo scopo di elegere il miglior governo (che poi é sempre il meno peggio) ma con quello di creare un cambiamento, un cambiamento vero!

Ho deciso che voteró M5S.

Trovo che il M5S, fatto di cittadini indipendenti (non c’entrano né Grillo né Casaleggio né nessun altro) sia l’unica vera novitá. Il fatto che non facciano parte di un partito con gerarchie interne ma di un movimento li rende ancora piú autonomi (spero).

Essi potrebbero essere la scintilla di qualcosa di diverso. Personalmente studio e auspico un cambiamento radicale (la demarchia), ma trovo anche interessante l’ipotesi avanzata da Pluchino e Co. cosí come spiegato nell’articolo apparso su Le Scienze.

Ai miei occhi il M5S in parlamento potrebbe essere quanto di piú vicino possibile (almeno al momento) a un gruppo di parlamentari estratti tramite il sorteggio.

Per questo voteró il Movimento 5 Stelle.

La solita critica dei volti nuovi ma inesperti. Per come la penso io, o si vogliono i volti nuovi o quelli vecchi. Volti nuovi ma vecchi bé, é una contraddizione.

Di una cosa sono sicuro, qualunque politico “professionista” non farebbe altro che mantenere l’equilibrio (sulle spalle dei soliti).

Voglio un cambiamento.

In realtá io non credo piú in questo sistema, la demarchia per me é qualcosa di piú dell’uso del sorteggio in politica, é un cambiamento radicale della concezione del potere e della gestione della cosa pubblica. Il M5S non é questo ma riconosco la vitalitá delle persone che lo animano, riconosco le idee e non i volti, serenitá e non paura, insomma riconosco la voglia di un cambiamento.

Prossimamente cercheró di spiegare meglio il mio pensiero, per il momento invito chi legge a scrivere nei commenti chi é daccordo e chi no. Grazie.

Dico la mia sul Partito Lotteria

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La viralità del Partito Lotteria ha dato improvvisa e insperata visibilità all’idea di usare il sorteggio in politica. Sebbene non sono i primi ad aver avuto l’idea di creare un partito i cui membri vengono sorteggiati, sono riusciti a mettere su un sito e un’organizzazione credibile e una campagna che apparentemente coglie l’interesse degli elettori, o almeno degli internauti.

557 “mi piace” su facebook in una settimana, sebbene niente di fenomenale, sono 20 volte quanti ne ha ricevuto la pagina di questo sito in un anno. Grazie al fatto che hanno linkato questo sito il traffico qua è impennato.

È una visibilità positiva? Oppure l’accento sull’aspetto goliardico rischia di mettere in cattiva luce l’idea del sorteggio? Il messaggio del sito è ambiguo, da una parte ci si può leggere che “il Partito Lotteria si ispira ai valori politici della demarchia. Crede che il governo del Paese debba essere garantito da cittadini estratti a sorte“, ma poco dopo si legge che “il Partito Lotteria nasce per migliorare la condizione economica dei propri eletti”, in questa direzione va anche il nome del partito. In più molti descrivono la proposta come provocatoria, secondo l’idea che qualsiasi cosa è meglio della situazione attuale. È un modo assai frequente di vedere il sorteggio, e mi dispiace perché non rende giustizia alle sue reali potenzionalità. Non sembra però una linea seguita dai fondatori del Partito Lotteria. Rimane dunque la prima ambiguità: maggiore democrazia o concorso a premi? È vero, non sono necessariamente idee mutuamente esclusivi, ma quale è il messaggio che si vuole dare?

Anche se chiaramente io avrei affrontato un partito del sorteggio in modo diverso, penso che il fatto che la maggiora uguaglianza del sorteggio sia almeno menzionata sia positivo e mi auguro che abbiano tutto il successo possibile.

Il Partito Lotteria, l’ultima provocazione?

partito lotteria

Di Barbara Barbieri:

Quali sono gli obiettivi del  Partito  Lotteria? Citiamo dal sito del partito: “L’obiettivo del Partito Lotteria è quello di garantire l’imparzialità assoluta degli organi di rappresentanza politica attraverso la scelta su base stocastica dei propri eletti” e sempre dal sito ecco il programma: “Ogni rappresentante del Partito Lotteria è libero di perseguire le proprie finalità personali e politiche senza alcun vincolo verso il partito e verso gli altri eletti. In particolare ogni rappresentante eletto è libero di non partecipare all’attività politica parlamentare”.

Insomma in quest’Italia dove la politica è diventata molte, troppe volte “un affare personale” e ci si è dimenticati, he fare politica vuol dire essenzialmente mettersi al servizio della cosa pubblica, un posto alla Camera o al Senato secondo il Partito Lotteria non si nega a nessuno e dato che spesso nell’ambito politico, ma anche in quello economico e pubblico del nostro Paese la meritocrazia è un principio di valutazione decisamente calpestato, il neonato partito i suoi candidati li sceglierà attraverso una vera e propria lotteria.

Trovo questa provocazione surreale assolutamente efficace. E’ inutile denunciare comportamenti scorretti e riempirsi la bocca di regole e principi che poi non si avverano mai. Se si vuole davvero che la politica non diventi una lotteria, occorre parlare meno e agire di conseguenza.

Una provocazione molto efficace!  Ma é solo questo?

Non si vorrá mica che la politica diventi una lotteria! O forse si? Il principio dell’ uso del sorteggio in politica puó suonare strano, ma spero che questa provocazione porti le persone a ragionare seriamente sulle potenzialitá di questo strumento e non a considerare il sorteggio utile solo per la lotteria!

 

Il 2012 di blog.demarchia.info!

I folletti delle statistiche di WordPress.com hanno preparato un rapporto annuale 2012 per questo blog.

Cos’ha fatto questo Blog?  Direi che ha aperto una finestra su un tema importante come la Democrazia.  É un blog giovane, avrá tempo di farsi sentire! Per il momento si puó dire che l’interesse sulla Demarchia c’é! in molti hanno visto le pagine, pochi peró han lasciato commenti, ma migliorerá! Sempre piú persone si fermano a pensare sulla situazione attuale e cercano alternative. Noi ci saremo col blog a dare spunto a riflessioni su uno strumento importante come il sorteggio.

Al 2013!

Clicca qui per vedere il rapporto completo.

DEMARCHIA 1.0

In questo post presento quello che ho chiamato DEMARCHIA 1.0, ossia un esempio d’integrazione dell’uso del sorteggio in politica a livello nazionale.
Il sorteggio non é altro che uno strumento, da solo non é in grado di creare alcun ché, ma é uno strumento potente con alcune caratteristiche importanti che portano sempre piú persone a pensare che possa essere integrato nella societá al fine di migliorarla, renderla piú democratica. In particolare trovo che il sorteggio sia lo strumento piú egualitario e democratico che possa esserci per la selezione dei membri del Parlamento. Non altrettanto per quelli del Governo, per i quali trovo siano piú indicati dei tecnici esperti. Trovo in ogni caso sbagliato che le due cose coincidano come succede oggi e auspicherei la separazione dei ruoli tra Parlamento e Governo.

Oggi il parlamentare esprime il voto in rappresentanza di chi lo ha eletto (in teoria) mentre il ministro propone e attua (sempre grazie all’aiuto di tecnici di sua fiducia)  le soluzioni decise dal Parlamento. Trovo che sarebbe piú semplice che al posto del rappresentante ci sia direttamente il cittadino mentre al posto del “ministro che chiede al tecnico” ci sia il tecnico.

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Riforma costituzionale sul sorteggio in parlamento

Ho scroperto che il 21 Giugno i radicali Poretti e Perduca hanno messo al voto in parlamento una riforma costituzionale che prevede la selezione di tutti i parlamentari tramite sorteggio. L’azione purtroppo era intesa solo come critica alla riforma in discussione quel giorno. Speriamo sia un precedente per tentativi più seri.

Democrazia per caso. Se scegliere a sorte i deputati fa bene alla politica – Il Fatto Quotidiano

Democrazia per caso. Se scegliere a sorte i deputati fa bene alla politica

Democrazia per caso. Se scegliere a sorte i deputati fa bene alla politica – Il Fatto Quotidiano.

Uno studio di cinque docenti dell’Università di Catania – due economisti, due fisici e un sociologo – “propone” una alternativa al sistema parlamentare che paradossalmente potrebbe renderlo più efficiente: sorteggiare una quota di rappresentanti tra i cittadini stessi. Non una democrazia a caso, in realtà. Bensì un sistema che prevede il controllo all’interno, e la “rappresentanza di tutte le sensibilità dell’elettorato”