Movimenti e proposte

Qua sono elencati una serie di movimenti e proposte nate intorno all’uso del sorteggio.

Nel mondo

Equality by Lot, blog su cui sono attivi (a volte solo nei commenti) molte persone interessate al sorteggio. Contiene opinioni, discussioni e informazioni varie. In particolare viene tenuto traccia di ogni volta che il sorteggio viene menzionato nella stampa online.

Sortition Foundation, fondazione dedita a diffondere il sorteggio ed organizzare assemblee basate su questa forma di democrazia.

The newDemocracy Foundation, fondazione che si occupa “esplorare nuovi e migliore modi per governare”. Ha condotto vari esperimenti, in collaborazione con il governo australiano, in cui vengono prese decisioni da organi sorteggiati.

Le Message, movimento francese che propone un’assemblea costituzionale sorteggiata.

In Italia

Dire – fare – partecipare, progetto del comune di Capannori (LU) che nel novembre 2011 ha delegato la decisione sulla destinazione di una piccola parte del bilancio comunale a un organo sorteggiato.

5 thoughts on “Movimenti e proposte

  1. Giannantonio Zanolli ha detto:

    Alcuni anni fa avevo scritto in dettaglio molto in riferimento a quella che io chiamavo ” democrazia includente ” e tenevo un sito con lo stesso nome. L’ uso del sorteggio era contemplato come possibilità aggiuntiva a quella elettiva, per tutti coloro che non si riconoscono in alcun gruppo/partito/candidato e che sono derubati del diritto di partecipare, era prevista la possibilità di esse sorteggiati tra gli “astenuti” come rilevabile da qualunque verbale elettorale..ecc.ecc. Qualcosa si può trovare in ” Officina Democrazia ” sotto la dicitura ” democrazia omni diretta” . Ciao. Giannantonio Zanolli/Bruno Weiss

  2. Antonio Campo ha detto:

    La Democrazia Sinergica trasformatasi in DemoSinergia ha risolto l’apparente impossibilità di fare un sistema perfettamente rappresentativo che consenta un’alta governabilità. Ha risolto la frequenza di controllo elettivo biennale lasciando la durata del mandato del legislatore di 4/6 anni. Ha risolto il “come” passare dal sistema attuale al modello di Democrazia Sinergica gradualmente ma decisamente. Antonio Campo.

  3. Antonio Campo ha detto:

    Che cos’è la democrazia? ALMENO 6 PARLAMENTI
    Un assaggio di DEMOSINERGIA la democrazia 5.1 (versione provvisoria perché: nella vita si può sempre migliorare).
    Partiamo da semplici assunti e traiamone immediate conseguenze:
    La classe politica è una minoranza organizzata che sfrutta la sua posizione decisionale per accumulare enormi privilegi. Perché decide le proprie regole.
    Ne deriva che se non si vuole che una minoranza si possa rendere sempre più privilegiata, (qualunque sia l’oligarchia che assume le leve di comando), essa non deve avere la possibilità di determinare autonomamente le regole alle quali si deve attenere.
    La soluzione è fare un parlamento temporaneo di estratti a sorte che abbia l’unico scopo di fare le regole per la politica e per la dirigenza amministrativa. Chiamiamolo Parlamento Regolatore. Le regole che questi propone sarà un altro gruppo estratto a sorte ad, eventualmente, approvarle l’anno successivo. Sembra banale ma lo diciamo, tale gruppo di parlamentari estratti troverà, al suo costituirsi, proposte già elaborate da parti sociali che potrà far sue o lasciare le cose come stanno se le ritenesse ancora adeguate. La sua permanenza deve essere ridotta a non più di 3 mesi e non meno di 1. Per evitare decisioni prese in funzione di utili personali promessi dalla politica i suoi componenti non possono essere assunti per incarichi politici o amministrativi dirigenziali per i successivi 2 anni.
    Nessun sistema elettivo può assicurare in un unico organo la rappresentatività e la governabilità. O l’una o l’altra o il peggio di entrambe.
    Ne deriva che, in democrazia, il fare le leggi è legittimato solo se vi è la partecipazione diretta di coloro che ne sono regolati o che i loro rappresentanti siano sentiti come una composizione di pensieri politici rappresentativa, nella varietà e nella quantità di ogni posizione, proporzionata a quella degli elettori, mentre il governare è sentito come la prevalenza di un pensiero maggioritario che trova la possibile convergenza in una maggioranza di elettori che sia almeno il 50% più un voto e che non abbia paralisi decisionali.
    La soluzione è che, per garantire il massimo di rappresentatività in un sistema elettivo, il Parlamento Legislatore sia composto con metodo proporzionale assoluto e pesato ottenuto con un doppio turno. Si intende per assoluto che tutti gli elettori devono esprimere un voto efficace alla costituzione di una rappresentanza (niente voti a candidati che poi non siano eletti) e si intende per pesato che gli eletti hanno il peso di voto equivalente ai voti ricevuti senza nessun aggiustamento. Per il Governo, il cui obiettivo è la governabilità, invece deve valere il sistema maggioritario a doppio turno tra i due i candidati più votati.
    Quindi vi sono due parlamenti legislatori. Il primo “Parlamento Regolatore” legifera solo sulla classe politica ed amministrativa, il secondo “Parlamento Legislatore” legifera per tutti.
    Dato che il Governo potrebbe non trovare nel Parlamento Legislatore nessuna maggioranza. Per ovviare alle paralisi decisionali sulle leggi da farsi si ricorre alla costituzione di un Parlamento Risolutore i cui componenti sono temporanei (pochi giorni) e ad estrazione. Tali estratti, in una decina di giorni, avute illustrate le scelte da fare e avuta la possibilità di dibattere e di trovare i compromessi che possano andar bene ad una sua maggioranza, deliberano. Da tale voto esce un “Voto Risolutore” che è una sorta di premio di maggioranza per la sola legge cui è stato chiamato. Tale premio ha il peso politico della percentuale del Parlamento Risolutore che supera il 50% rapportato ai voti corrispondenti, in percentuale , del Parlamento Legislatore. Il Parlamento Risolutore definisce anche il soggetto politico che utilizzerà il voto (Governo o forza politica del Parlamento Legislatore) ed i limiti entro il quale può essere utilizzato.
    Per risolvere i conflitti politici che sicuramente sorgeranno si estrae a sorte un Parlamento Arbitrale i cui componenti sono qualificati da titolo di studio adeguato che dirime i contenziosi extragiuridicamente con risoluzioni in poche decine di giorni in modo da evitare una paralisi funzionale dovuta alla possibilità di avvitare le tensioni politiche in contenziosi giudiziari, ciò senza nulla ostare il ricorso degli interessati al giudice competente che può determinare solo sentenze risarcitorie e non bloccare l’attività politica.
    Quindi vi sono due parlamenti risolutivi: il primo che risolve gli stalli politici decisionali, il secondo che non permette il pantano dei contenziosi per la parte operativa delle istituzioni.
    A tali strumenti legislativi e di governo vengono affiancati ed istituzionalizzati altri due parlamenti.
    Il primo Parlamento Deliberativo che risolve il problema del NIMBY (non nel mio cortile) il problema noto di legittimazione di singoli atti di chi amministra quando parti di popolazione si oppone alla realizzazione di opere o interventi giusti in teoria ma non nel loro territorio o nei loro confronti. Si attivano Parlamenti Consultivi sul modello del deliberative polling . Il secondo Parlamento Popolare che risolve il problema delle leggi di iniziativa popolare utilizzando il web per fare forum di discussione e la produzione di leggi di iniziativa popolare che hanno ottenuto nelle mozioni e nella stesura finale un sostegno certificato sufficiente e frutto di dibattito e convergenza.
    Questo è solo un assaggio di Demosinergia perché le innovazioni concettuali in essa previste si avvicinano al centinaio. Un assaggio mette appetito?

  4. Antonio Campo ha detto:

    Sperando di non abusare della pazienza del lettore e della disponibilità concessa provo a sintetizzare un sistema elettivo “perfetto” (tra virgolette).
    Che cos’è la democrazia? SISTEMA ELETTIVO
    Un assaggio di DEMOSINERGIA la democrazia 5.1 (versione provvisoria perché: nella vita si può sempre migliorare)
    Partiamo da semplici assunti e traiamone immediate conseguenze:
    Viene sempre detto che non vi sono sistemi di estrazione della classe politica perfetti. Sicuramente i sistemi elettivi vigenti non sono i più efficaci a garantire governabilità ne i più giusti a garantire la rappresentatività.
    Invece si dimostra che con la Demosinergia è possibile avere un sistema efficace in pratica e corretto secondo i principi di riferimento.
    Le soluzioni finora immaginate sono inefficaci perché partono da una serie di domande mal poste.
    In democrazia, tolta la partecipazione diretta di tutti, vi sono almeno due modi per selezionare una classe legislativa rappresentativa: delegare o estrarre a sorte.
    La delega può essere fiduciaria o vincolata.
    • Nella delega elettiva fiduciaria, non si ha una corrispondenza visibile tra eletto e proprio elettorato. Tale delega prevede che l’elettore si affida ad un eletto che non ha alcun vincolo di mandato per i compromessi e decisioni da prendere con altri eletti.
    • Nella delega vincolata invece si richiede che vi sia corrispondenza visibile fra eletto ed elettore. L’elettore può periodicamente o continuamente ritirare la delega. Nella delega vincolata l’eletto ha un vincolo di mandato ed è di fatto un portavoce con stretti margini decisionali.
    Nella Demosinergia la delega è fiduciaria senza vincolo di mandato ma l’elettore può con una certa frequenza cambiare il peso politico di ogni eletto durante il suo mandato. Questo non lo rende un portavoce ma lo rende più sensibile ai cambiamenti che avvengono nel consenso tra gli elettori.
    Si può anche ottenere una delega rappresentativa estraendo a sorte in modo da ricreare un campione con lo stesso mix sociale e di provenienza geografica della società. Tale campione ha una delega fiduciaria a tempo. Tale delega si basa sulla convinzione che il campione estratto a sorte si comporterà, nel cercare i compromessi e una maggioranza utile, come sarebbe avvenuto se ci si riuniva tutti in una improponibile piazza di milioni di persone.
    La prima domanda mal posta è: “come riuscire ad eleggere rappresentanti il cui valore di voto è uno?”
    Se tanti sono rappresentati da pochi si hanno due casi: 1. la rappresentazione dei voti paritetici degli elettori avviene senza arrotondamenti e quindi ogni eletto vota col peso di voto di quanti l’hanno scelto; 2. nel tentativo di ridurre ad un solo voto gruppi differenti e non riducibili a sottomultipli porterà a arrotondamenti che cambieranno criminalmente uno dei cardini della democrazia “una testa un voto”.
    L’errore di base è il volere ottenere eletti il cui voto vale uno. La cosa banale è che l’eletto non vale uno … vale quanti l’hanno eletto. Le distorsioni, nella cretina logica del tentare la quadratura del cerchio, iniziano dal disegno delle circoscrizioni e del numero di eletti che ad esse si collegano, dal sistema di recupero dei resti e dagli inevitabili arrotondamenti. In tutti questi passaggi il valore d’uguaglianza del peso di voto di ogni elettore è modificato quando non è annullato con voti dati a candidati poi non eleggibili. Nei sistemi in cui poi si cerca (indebitamente) di garantire la governabilità piuttosto che la rappresentatività la distorsione è aumentata ad arte portando, come nel maggioritario, una metà della popolazione potrebbe sparire. Arrivando anche all’aberrazione di assegnare ad una minoranza la maggioranza assoluta per 5 anni!
    La seconda domanda mal posta è: “come riuscire a eleggere un organo che assicuri contemporaneamente rappresentatività e governabilità?”
    Semplicemente non è possibile! Se si persegue l’obiettivo della governabilità la rappresentatività dovrà essere sacrificata e tale fatto sarà tanto drammatico quanto più è necessaria la governabilità perché le decisioni che chi legifera prende verranno sentite, da chi non è d’accordo, come meno legittime.
    Ma allora che risposta dare alla domanda “come si può ottenere, in un sistema a democrazia indiretta, una selezione di legislatori che garantiscano rappresentatività e governabilità?” . La risposta è banale, si ottiene con due corpi legislativi differenti ed evidentemente legittimati. Tale soluzione si basa in Demosinergia nel Parlamento Legislatore e nel Parlamento Risolutore.
    Concentriamoci sulla domanda di rappresentatività ovvero del Parlamento Legislatore.
    Il sistema elettivo “perfetto” (per la rappresentatività) è il proporzionale assoluto con voto pesato. Proprio (perfetto perfetto) non è perché non risolve la “visibilità mediatica” delle posizioni politiche che non hanno risorse propagandistiche o che non hanno capacità comunicative al netto delle idee, non risolve l’effetto della “corsa al centro” che rende quasi indistinguibili le alternative o la “politica dei due forni” di partiti centrali che rende inutili le ali estreme, ma evita molte altre aberrazioni che modificano di fatto il valore paritetico in politica di ogni elettore. Toglie alibi a chi propugna un sacrificio della rappresentatività per la presunta governabilità senza peraltro garantirla se non in alcuni casi. Il sacrificio della rappresentatività a favore della governabilità è un crimine contro la democrazia che viene passato (…) come virtù.
    Ora si propone un sistema di elezione che manda alle ortiche una quantità di paradossi legati al tentativo di ridurre ad “un solo voto” chi è eletto rappresentante di “più voti”.
    Il sistema elettivo della Demosinergia è il proporzionale assoluto con voto pesato. Tale sistema è unito alla frequenza di rinnovo di un terzo del parlamento ogni due anni e contestuale rinnovo del peso politico di ogni eletto. Questo articolato meccanismo porta il sistema elettivo a risolvere parzialmente la “schiavitù in cui oggi è relegato l’elettore dopo che, come sovrano vota, decidendo così di chi diventare schiavo per un periodo di tempo”. Rieleggere i propri rappresentanti ogni 5 anni … è un tempo biblico che dovrebbe ritenersi democraticamente inaccettabile. Far durare un eletto solo due anni è un tempo troppo breve perché gli individui eletti possano mettere a frutto la loro competenza maturata e che basino le loro azioni su risultati di più lungo respiro. La soluzione quindi è di eleggere un rappresentante per 6 anni ed ogni 2 anni dare la possibilità all’elettore di variarne il peso politico in proporzione ai voti ricevuti. Ciò restituisce una capacità di controllo all’elettorato che bypassa le segreterie dei partiti e lega gli eletti agli elettori pur lasciando il bisogno, degli eletti, di appoggiarsi alle strutture di propaganda e di elaborazione politica fine dei partiti.
    Questo è ottenibile se ogni 2 anni si rinnova di un terzo Il Parlamento Legislatore e si riassegna il peso di voto ai suoi tre terzi.
    Il sistema elettivo, per essere “perfetto”, deve accreditare una rappresentanza collegata anche ad elementi “visibili” che prescindono dall’opinione politica espressa. Il sesso, l’età, la regionalità. Inoltre deve risultare una foto delle idee prevalenti in ogni territorio ma nel contempo deve salvaguardare anche le presenze politiche molto diffuse su tutto il territorio, pur minoritarie, in gran parte delle circoscrizioni elettorali di esso.
    La votazione prevede alcune fasi: 1. il disegno delle circoscrizioni elettive; 2. Le candidature e presentazioni di liste; 3. la campagna elettorale di rinnovo; 4. Il primo turno di voto; 5. la campagna elettorale di voto pesato; 6. il secondo turno di voto; 7. l’insediamento del nuovo parlamento pesato.
    Per fare un’esposizione semplice e breve do’ per scontate alcune scelte di quantità che potrebbero avere efficaci variabili e tralascio moltissimi accorgimenti ed anche parti essenziali che porterebbero troppo lontano.
    Il sistema elettivo della Demosinergia descritto (per adesso) solo a livello nazionale.
    Il disegno delle circoscrizioni elettive:
    • lo stato viene diviso in 20 circoscrizioni.
    • Ogni circoscrizione si eleggono i primi 4 risultati più alti.
    Si noterà poi che la definizione delle circoscrizioni, sia per la quantità di elettori considerata che per la propensione politica della popolazione distribuita nel territorio, è poco significativa ai fini della rappresentanza finale perché anche qualora venga disegnata ad arte per avvantaggiare qualche posizione politica tale vantaggio è minimizzato dal fatto che la rappresentanza si baserà, nella prima votazione, sul recupero di 20 rappresentanti espressione delle realtà più diffuse su tutto il territorio e in seconda votazione sull’effettivo peso dei voti ricevuti da ogni posizione politica.
    Vi sono due tipi di candidature:
    premesso che: 1. le candidature sono esclusive per una sola circoscrizione 2. può candidarsi qualsiasi elettore esclusi coloro che non siano già politici eletti o estratti o dirigenti pubblici o lo siano stati entro i due anni precedenti il voto, siano in stato di interdizione o impedimento.
    • le candidature individuali devono essere presentate almeno 6 mesi prima della prima data di voto e sostenute da almeno 3mila elettori sottoscrittori (dichiarati ed esclusivi) verificabili da chiunque;
    • le candidature collettive sono sostenute da un partito riconosciuto che ha effettuato, per la formazione di ogni lista, delle selezioni con primarie certificate.
    Le liste presentate:
    • In ogni circoscrizione possono essere presentate liste con voto di preferenza di max 4 candidati solo per quella circoscrizione.
    La campagna elettorale di rinnovo:
    • ogni candidato deve avere un suo conto elettorale di cui è responsabile anche se lo affida a terzi. Questo viene alimentato da contribuzioni o da prestazioni;
    • L’importo massimo stabilito per la campagna se superato verrà a decurtarsi proporzionalmente dal finanziamento giornaliero dell’eventuale eletto per i successivi 6 anni.
    Il primo turno di voto:
    • per ogni circoscrizione elettorale vengono eletti i candidati con più preferenze delle 4 liste che hanno preso più voti;
    • raggruppando le liste a livello nazionale. Si toglie ad ogni lista 1/80 dei voti espressi complessivi nazionali per ogni nuovo eletto ad esse collegato su base circoscrizionale. I voti residui generano una graduatoria da cui viene eletto il candidato con più preferenze delle 20 liste più votate.
    in tal modo si ottengono 80 eletti direttamente espressione dei territori e 20 eletti espressione delle posizioni politiche più presenti su tutto il territorio nazionale.
    La campagna elettorale di voto pesato:
    • si svolge con le stesse modalità della prima;
    • è messa a disposizione una scheda ufficiale per ogni eletto in cui sono riportati tutti gli atti pubblici fatti durante il suo mandato, e tutte le notizie utili che questi ritiene d’inserire con relativa critica delle stesse da parte degli altri soggetti politici;
    • l’elettore ha a disposizione una casella certificata elettorale in cui può ricevere la propaganda e le comunicazioni elettorali ufficiali tra i quali i codici di voto da criptare con la propria firma elettronica.
    Il secondo turno di voto:
    • Questo avviene in una tornata di seconda campagna elettorale distanziata da almeno una settimana;
    • ogni elettore, nel secondo turno di votazioni, esprime tre voti in schede separate, rispettivamente per ognuno dei 3/3 delle componenti elette in anni differenti del Parlamento Legislatore e quindi individua in ognuna un legislatore o simbolo di appartenenza politica al quale da il voto;
    • N.B. nella prima votazione contribuisce a selezionare i candidati più sostenuti mentre nella seconda tornata delega il proprio peso di voto a tre parlamentari legislatori scelti rispettivamente tra i terzi dei 300 su tutto il territorio;
    • N.B. La difficoltà dell’elettore più sprovveduto si riduce nell’indicare solo il simbolo a cui intende affidare la ripartizione del proprio peso di voto lasciando libero l’elettore più informato di scegliere a chi dare maggior peso di voto individuale, nell’ambito di ogni famiglia politica rappresentata.
    L’insediamento del nuovo parlamento pesato:
    • il peso di voto di ogni parlamentare è dato dai voti al simbolo collegato del singolo terzo diviso i parlamentari di quel terzo collegati a quel simbolo. I resti vanno attribuiti nell’ordine di preferenze;
    • ogni parlamentare aggiunge ai voti ricevuti dalla ripartizione dei voti del simbolo i voti di preferenza diretta;
    • qualora i voti di un solo eletto superassero il 2% di tutti i voti validi conteggiati nel proprio terzo, l’eccedenza costituirebbe voti da ripartire fra i parlamentari collegati allo stesso simbolo o ad un simbolo da questi indicato;
    • i voti espressi nell’attività legislativa di un eletto devono essere sempre palesi.
    Per assicurare la massima rappresentanza delle posizioni politiche degli elettori ad i Parlamentari eletti si aggiungono 10 Parlamentari Legislatori Portavoce per ogni nuovo terzo insediato. Questi hanno tutte le prerogative dei parlamentari Legislatori tranne in poter votare. 6 sono presi dai simboli più votati al primo turno ma che non han avuto eletti e 4 accreditati ai partiti col maggior numero d’iscritti non già presenti nei Portavoce degli altri 2/3. Questi Parlamentari Portavoce hanno un rapporto di delega vincolata al soggetto politico cui sono espressione e possono essere sostituiti da questi durante tutto il mandato.
    Questo è solo un assaggio di Demosinergia perché le innovazioni concettuali in essa previste si avvicinano al centinaio. Un assaggio mette appetito?

  5. Antonio Campo ha detto:

    Ho completato il progetto di DemoSinergia. E’ un testo, nella versione sintetica, è di 254 pagine A4 che descrive soluzioni molto articolate e interdipendenti che risolvono il conflitti d’interesse della politica. La necessità di distorcere la rappresentatività per assicurare la governabilità, la possibilità di cambiare continuamente il peso politico degli eletti senza dover ricorrere a elezioni generali se non ogni 2 anni. Le innovazioni sono molte decine. Chi ne è interessato mi faccia pervenire la sua e-mail e ne spedisco, con piacere, una copia. Sono contattabile su twitter come @Demosinergia o tramite e.mail antonio.campo@email.it.

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