Democrazia per caso. Se scegliere a sorte i deputati fa bene alla politica – Il Fatto Quotidiano.
Uno studio di cinque docenti dell’Università di Catania – due economisti, due fisici e un sociologo – “propone” una alternativa al sistema parlamentare che paradossalmente potrebbe renderlo più efficiente: sorteggiare una quota di rappresentanti tra i cittadini stessi. Non una democrazia a caso, in realtà. Bensì un sistema che prevede il controllo all’interno, e la “rappresentanza di tutte le sensibilità dell’elettorato”
La democrazia a “rappresentanza casuale” è un ottimo strumento ed anche attuabile almeno progressivamente, mi spiego.
Un movimento potrebbe formarsi e farsi eleggere, per esempio in un comune, dopo di che potrebbe sostituire i propri eletti con rappresentati sorteggiati a caso tra la popolazione eleggibile di, ad esempio, quello stesso comune, provincia, regione, etc..
Non è semplice magari in ambito regionale e nazionale.. ma c’è tempo per organizzarsi..
Quindi è attuabile immediatamente.
Io un movimento del genere lo voterei subito e secondo me intercetterebbe anche moltissimo astensionismo.
saluti
Piú che dirti che mi hai letto nel pensiero non so che dirti!
Qui ho provato ad esprimere alcune mie idee:
https://blog.demarchia.info/category/comune-demarchico/
L’abbiamo categorizzato “Comune Demarchico”. Per me rappresenta il germe iniziale, la base da cui partire.
ciao
Complimenti, un’ottima idea!!
Non so se la normativa vigente consenta tale sostituzione, bisogna approfondire la questione.
Comunque mi sembra un’ottima idea.
Credo che, per far sì che questa lista ottenga molti voti e quindi molti seggi, converrebbe eseguire il sorteggio solo tra tutti i cittadini che votano la lista, i quali dovrebbero quindi dichiarare il loro voto ed iscriversi in una lista dalla quale verrebbero estratti i nomi.
In questo modo i cittadini potrebbero scegliere se partecipare ad un sorteggio o votarsi questi partiti.
Inoltre, ovviamente, i candidati che occuperebbero provvisoriamente la lista devono impegnarsi solennemente di dimettersi subito dopo il sorteggio per lasciare il posto agli estratti a sorte.
Saluti
Cesare Garofalo
due considerazioni:
1) il sorteggio DEVE avvenire su tutta la base elettorale e non solo sugli elettori dichiarati di lista.. ti lascio immaginare facilmente il perchè.
2) il problema della cessione di incarico è da risolversi in modo chiaro, il votato può continuare funzioni votando sempre come gli indica e dichiara pubblicamente il sorteggiato – questo attiva anche un meccanismo di double check e trasparenza. Inoltre il sorteggiato di oggi detto suggeritore diventa il candidato delle prossime elezioni, ovvero il prossimo facente funzioni.
invece a ben pensarci la sostituzione tout court non va bene – pensa alle pressioni che potrebbe subire un eletto per cedere funzioni a un losco figuro.. tanto per fare un esempio.
saluti
dino
Ciao Cesare,
mi fa piacere che ci sia gente che sia in grado di riconoscere che la democrazia non é il voto!
Non so bene a cosa ti riferisci, ma nella categoria “comune demarchico” del sito ho messo qualche spunto che tiene in considerazione proprio i punti che hai sollevato tu.
Ti invito a leggerli se non l’hai giá fatto..
ciao
Ciao Dino,
non sono d’accordo con il punto 1, peró ammetto che sorteggiare un consiglio solo tra i membri iscritti alla “lista demarchica” potenzialmente ha dei problemi, anche seri. La mia preoccupazione piú grande é che i fondatori della lista non siano in grado di renderla aperta a tutte le opinioni e cioé non siano in grado di attirare persone di ogni estrazione sociale e ideologica. É facile invece che la “lista demachica” diventi la spiaggia di una particolare corrente ideale (destra, sinistra, non ha importanza) e trasformi un movimento che dovrebbe avere al suo interno tutta la rappresentanza politica presente attualmente, in uno dei tanti partiti.
Sarebbe un grosso fallimento.
Il punto 2 non l’ho capito molto. Nella mia personale idea di Demarchia, l’uso del sorteggio dovrebbe escludere per quanto piú possibile la delegazione della sovranitá popolare a dei rappresentanti, sia pur eletti. Il fatto che nelle prime fasi dell’inserimento della “lista demarchica” nella politica attuale ci possano essere dei “portavoce” della lista, e quindi rappresentanti, é puramente una questione tecnica basata sul fatto che difficilmente alla prima apparizione della lista a delle elezioni essa possa prendere il controllo della maggioranza dei consiglieri comunali. É piú probabile che ottenga qualche seggio e il sorteggio di un numero esiguo di candidati non sarebbe statisticamente rappresentativo, per ció si userebbe un consiglio interno alla lista, composto da molti estratti, per le decisioni, mentre i membri del seggio sarebbero solo dei portavoce. (Ci sarebbero da fare mille critiche, spiegazioni ecc..ma l’idea di fondo é questa)
PS. La mia risposta tiene conto del possibile scenario che ho descritto negli articoli della sezione “comune demarchico”.
Se non c’entra nulla, scusami ma da come scrivi sembra che tu li abbia letti. Se cosí non fosse, bé, mi sa che ci poniamo le stesse domande e ragioniamo sulle stesse questioni! sará un caso? bo?
ciao
a parte il fatto che la legge non prevede di sostituire rappresentanti eletti con altri sorteggiati (nel caso di dimissioni, si procede alla surroga, nominando i primi dei non eletti), io credo che in una prima fase, un movimento/lista che si richiami alla demarchia deve fare eleggere i suoi rappresentanti in modo “normale” per poi cercare di far passare dall’interno il concetto di demarchia. Inoltre potrebbe usare il criterio del sorteggio per nominare ad esempio il capogruppo nel caso in cui una lista demarchica ottenga più di un consigliere, proporre il sorteggio per alcune cariche (tipo, ad esempio per il Presidente del Consiglio Comunale, del Difensore Civico, dei Revisori dei Conti, etc e, nel caso futuribile una movimento dichiaratamente demarchico dovesse conquistare la maggioranza, in un Ente provvedere alla nomina della Giunta mediante sorteggio!
Inoltre il sorteggio può essere applicato al proprio interno per la scelta dei candidati laddove non è previsto il voto di preferenza (penso ad esempio alle Politiche o alle Provinciale dove sono previsti i collegi uninominali), ma cmq,, dovendo propagandare l’idea della demarchia,, è bene che i sorteggi siano effettuati solo tra i sostenitori di tale sistema, in quanto, in caso contrario si rischia di far eleggere qualcuno che non condivide affatto tale criterio!!!!
Ciao Giuseppe.
Per quel che riguarda la prima fase di una lista “demarchica”, i suoi candidati per forza di cose saranno eletti, il sistema attuale lo impone e sicuramente saranno membri della lista, magari i fondatori ma non é detto. Far passare all’interno il concetto di demarchia come dici tu significa usare il sorteggio: io immagino che se una lista del genere riesca ad ottenere dei seggi in consiglio comunale, il rappresentante eletto della lista (il candidato di prima) sará solo un portavoce delle decisioni prese precedentemente da un “consiglio demarchico” della lista stessa. In poche parole, anche con un solo consigliere o nessuno, la lista si deve organizzare al suo interno con un consiglio sorteggiato tra i membri, rinnovato frequentemente, che esprima le opinioni in nome di tutta la lista.
Ho descritto un pó grezzamente come penso possa essere strutturato un comune demarchico, se ti interessa clicca sulla categoria “comune demarchico”.
ciao
Io credo che la cosa più importante, al momento, è “partire”, e propagandare l’idea della demarchia (ancora sconosciutissima ai più) che può davvero rappresentare una più che valida alternativa ad un sistema politico-elettorale ormai logoro e che non gode più della fiducia dei Cittadini!
Ben venga quindi,anche il “goliardico” Partito Lotteria,che, seppure con toni volutamente provocatori, sta facendo conoscere, grazie all’interessamento del media e dei non pochi articoli apparsi nelle ultime ore in Rete, oltre che agli ormai stranoti socialnetwork, il principio della demarchia; del resto circa la scelta dei rappresentati tramite sorteggio avevo letto qualcosina anni orsono, ma neanche io sapevo che questo principio prendeva il nome di demarchia e io stesso l’ho appreso tramite il tamtam creato in Internetee su Facebook, dal “simpatico” Partito Lotteria!
Mi trovi piú che d’accordo!
il blog.demarchia.info é nato proprio per questo dalla volontá mia e di un mio amico (Fela Winki). Come te piú di due anni fa siamo entrati a conoscenza dell’uso del sorteggio in politica, che erroneamente abbiamo chiamato Demarchia. Oggi questo termine puó benissimo essere usato per intendere l’uso del sorteggio in politica, in quanto derivato da una delle piú importanti analisi di tale sistema, quella di John Burnheim. (all’estero si usa di piú Sortition)
Ti invito a seguirci, commentare, proporre. Come dici te, é ora di partire!
ecco un mio commento appena pubblicato sulla Pagina Facebook del Partito Lotteria:
“In Italia, dal 1861 ad oggi, abbiamo provato di tutto un po’, non ci siamo fatti mancare proprio niente: dalla Destra e Sinistra Storica al Ventennio Fascista, dai 48 anni della Prima Repubblica in cui si sono succeduto governi DC, poi di centro-sinistra DC-PSI, poi il pentapartito, poi la cosiddetta Seconda Repubblica, nella quale si sono alteranti al governo il centro-destra (per 9 anni e 4 mesi), il centro-sinistra (per 7 anni), e i tecnici, abbiamo avuto Presidenti del Consiglio, Ministri, Sindaci e Presidenti di Regione di tutte le aree politiche (cristiano-democratici, liberali, socialisti, progressisti, post-comunisti, ambientalisti, radicali, leghisti, nazionalisti, conservatori, ex-missini, etc) e di tutte le professioni (avvocati, imprenditori, sindacalisti, magistrati, professori universitari, banchieri. giornalisti, etc), abbiamo avuto la Monarchia e la Repubblica, attualmente abbiamo ben 6 sistemi elettorali diversi (uno per i comuni al di sotto dei 15mila abitanti e uno per i comuni superiori ai 15000, uno per le Provinciali e una per le Regionali, uno per le Politiche e un’altro ancora per le Europee), abbiamo avuto il proporzionale puro, il maggioritario secco coi collegi uninominali, sistemi misti e spuri, elezioni dirette, premi di maggioranza, sbarramenti….
I risultati???? Sono sotto gli occhi di tutti e le responsabilità sono di tutti (nessuno escluso!).
A questo punto non ci resta che provare la demarchia, ovvero quel sistema che prevede che le cariche pubbliche siano scelte non per via elettiva ma per sorteggio: del resto, se è vero che al peggio non c’è mai fine, è altrettanto vero che peggio di così è difficile, se non impossibile, fare!
Certo il Partito Lotteria ha scelto di darsi nel nome, nel simbolo, nei toni e negli slogan una facciata goliardica e provocatoria, ma alla base vi è un’idea sensata! Altro che rivoluzione liberale, civile, conservatrice, socialista, etc: la vera Rivoluzione è la Demarchia!”
Ciao Giuseppe,
é un peccato che non sia riuscito a presentarsi il partito Lotteria, se non altro avrebbe creato della curiositá attorno a questa idea.
L’idea é sensata eccome! nel blog in ogni articolo (o quasi) proviamo a spiegarlo. La Demarchia peró, intesa come l’uso del sorteggio in politica, se ci pensi é qualcosa di piú che un semplice sistema elettorale. Essa presuppone dei cambiamenti radicali non solo nella politica, ma piú in generale nella societá. Trovo difficile pensare che si possa accettare l’uso del sorteggio senza avere fiducia nelle persone, quella fiducia che ormai si é persa da tempo. Cosí come trovo impossibile che il sorteggio possa essere appoggiato da chi non crede nell’uguaglianza delle persone. Insomma, hai proprio ragione quando dici che la vera rivoluzione sarebbe la Demarchia!