The Political Potential of Sortition

Riporto alcune delle conclusioni tratte dal libro “The Political Potential of Sortition” di Oliver Dowlen. Questo libro contiene una buona ricerca storica dell’uso del sorteggio in politica, dagli antichi greci fino alla rivoluzione Francese. Fornisce anche alcuni strumenti attraverso il quale l’autore cerca di categorizzare i diversi usi del sorteggio presentati, dando anche un personale giudizio del suo uso come “appropriato” o meno nelle varie circostanze.

L’aspetto più significativo che è possibile dedurre da questa ricerca storiografica dell’uso del sorteggio in politica è la sua esistenza come metodo di selezione delle cariche amministrative e politiche. Oggi è poco noto, ma tali sistemi furono usati in diversi contesti storici e furono anche molto longevi. L’uso del sorteggio in politica nell’antica Atene durò circa 3 secoli, dal 594 AC, fino alla caduta di Atene nel 322 AC. A Venezia il ballottaggio fu usato dal tredicesimo secolo fino quasi al diciottesimo mentre a Firenze fu usato continuativamente dal 1328 fino al 1434, per essere poi reintrodotto parzialmente per un più breve periodo nel 1466. Le giurie popolari di tipo anglosassone invece sono presenti tutt’ora dal 1730. Infine occorre considerare che le discontinuità nel suo uso furono per lo più dovute a cause esterne, guerre, e non ad un collassamento politico interno.

Si distinguono due principali rami culturali piuttosto che un unica cultura dell’uso del sorteggio in politica, e sono quello di Atene e quello delle repubbliche medioevali Italiane. Tra questi, vi sono molti altri esempi intermedi, in ogni caso è possibile distingure due politiche distinte: quelle che facevano ampio uso del sorteggio in modo sistematico e quelle che lo usavano saltuariamente per occasioni particolari.

In generale il sorteggio ricevette poca attenzione dagli scrittori politici dell’epoca e poco delle conoscenze acquisite in entrambi i rami culturali del suo uso furono tramandate.

Per questo motivo una critica comune al sorteggio, che ancora oggi viene fatta, riguarda l’erroneo aspetto irrazionale del meccanismo di scelta, che in realtà non è né razionale, né irrazionale, in una parola “arazionale”, termine coniato dallo stesso Dowen. Questa falsa credenza accompagna ancora l’uso del sorteggio in politica nonostante che molte delle costituzioni dove il sorteggio era usato fossero molto sofisticate e razionalmente ben organizzate.

Il sorteggio non va considerato in modo isolato, anzi, storicamente fu usato in stretta combinazione con la rotazione (durata temporanea delle cariche) e altrettanto spesso in combinazione con le elezioni piuttosto che in alternativa ad esse, in modo complementare.

Infine, quella che secondo Dowen è la ragione fondamentale dell’uso del sorteggio in politica risulta essere la seguente: quello di inibire il potere che ogni individuo o gruppo di individui potrebbe cercare di esercitare sul processo di selezione.

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