Introduzione

La demarchia è una forma di democrazia, alternativa alla democrazia elettiva, in cui lo stato è governato da comuni cittadini estratti a sorte. Era il principale metodo di governo dell’antica Atene, così come di molte città-stato italiane del primo rinascimento. Al contrario delle elezioni, le quali erano conosciute per la loro tendenza ad avantaggiare la classe aristocratica, il sorteggio estirpava alla radice il rischio che individui con troppo potere e carisma potessero facilmente ignorare i reali interessi delle classi più deboli. Esempi storici del suo uso però sono rari e poco studiati. Ancora oggi, nonostante la vistosa crisi di credibilità della classe politica, le discussioni sul tema sono limitate e le informazioni che una persona interessata può trovare sono carenti. È per cercare di colmare queste lacune che abbiamo creato questo sito.

Ci sono molte ragioni per credere che il sorteggio, se usato in modo corretto, abbia le potenzialità di risolvere molti dei problemi e delle contraddizioni di cui soffrono le attuali democrazie e di rendere il popolo realmente sovrano. In una demarchia ogni cittadino, indipendentemente da razza, sesso, religione ed estrazione sociale, ha la stessa probabilità di essere sorteggiato e poter dare il proprio contributo alla società. È un sistema in cui gli interessi dei singoli cittadini, indipendentemente dalla provenienza, valgono veramente qualcosa, dove sono loro a prendere le decisioni. In modo diretto.

Nelle democrazie attuali, al contrario, il potere dei cittadini è per lo più simbolico. Trasmesso ai rappresentanti che poi, troppo frequentemente, seguono gli interessi propri, di chi li finanzia o di chi in un modo o nell’altro ha il potere di farli rieleggere. Questi interessi purtroppo corrispondono solo raramente a quelli degli elettori, che hanno informazioni e scelte di voto troppo limitate per poter veramente influenzare le decisioni prese.

Se inizialmente l’idea di lasciare al caso scelte così fondamentali può sembrare assurda, questa preoccupazione risulta infondata di fronte a un’analisi più approfondita. Come è descritto con maggiore dettaglio in questo articolo, la legge dei grandi numeri ci assicura che un organo sorteggiato, se sufficientemente numeroso, rispecchierà le opinioni della popolazione con buona approssimazione. Molto di più di quanto non avvenga nel caso di un organo eletto, visto che anche il risultato del voto è influenzato da numerosi fattori casuali, o peggio, manipulabili.

Un’altra frequente preoccupazione riguarda le inadeguate competenze del cittadino medio nelle materie sulle quali si troverà a prendere decisioni. Il cittadino sorteggiato dovrà appoggiarsi ad esperti esterni per guidare le proprie decisioni. Questo avviene, o dovrebbe avvenire, anche per i politici attuali oltre che per i cittadini, i quali votano un politico del cui operato e giudizio si fidano, almeno idealmente. Se di democrazia si vuole parlare però, in ultima istanza, dovrebbe spettare solo al popolo (o a un loro campione rappresentativo, che potrà avere più tempo e risorse a disposizione per una decisione informata) la decisione ultima se seguire o meno il consiglio di questi esperti. In caso contrario la storia e la cronaca quotidiana ci insegnano che gli “esperti” useranno il proprio potere non per perseguire gli interessi dei cittadini, ma solo per perseguire i propri. (Questo articolo affronta il problema della competenza in modo più approfondito).

La demarchia è quindi un sistema perfetto che risolverà tutti i nostri problemi? Forse no, ma solo una discussione schietta e una analisi approfondita e plurale potrà svelarci qualcosa sulle sue reali potenzialità. La realistica possibilità che possa veramente funzionare meglio, che possa riuscire a risolvere anche solo alcuni dei problemi strutturali che affliggono le attuali democrazie, dovrebbe essere motivo sufficiente per non lasciare che il tema rimanga inesplorato.

È per questo che sono state create queste pagine. Per cercare di raccogliere informazioni e stimolare il dibattito. Perchè ci sono, secondo noi, buone ragioni per sperare.

3 thoughts on “Introduzione

  1. Maurizio Montella ha detto:

    Ho scoperto la demarchia circa 6 anni orsono, seguendo una trasmissione su RAI 3 cui parteciparono il Prof. Sartori ed il Prof. Michele Ainis i quali spiegarono il significato della parola e diedero grosso modo le stesse informazioni fornite in questo sito. Ovviamente m’innamorai all’istante dei principi esposti, giudicandoli validi per cancellare la figura del politico di professione ed annullare la possibilità del voto di scambio. Inoltre la “inelegibilità” dei candidati, nel corso dei 5 anni successivi al mandato, renderebbero possibile la valutazione pubblica del loro operato che potrebbe portarli sia al nuovo inserimento tra gli “estraibili”, sia ad una eventuale condanna nel caso di responsabilità civili e/o penali per atti operati e decisioni assunte nel corso del mandato. Sarebbe solo necessario che gli schieramenti politici rendessero pubblici i criteri di selezione dei propri candidati che dovrebbero essere comunque in numero superiore alle poltrone disponibili onde rendere effettiva la casualità della nomina. Cos’altro dire: MI PIACE!!!

  2. Domenico ha detto:

    Sarebbe interessante costituire un gruppo stabile di discussione e confronto per sviluppare la proposta nella politica italiana.
    Lancio quindi la proposta di costituire un’associazione con lo scopo di studiare e divulgare la demarchia in Italia.

  3. Marcello ha detto:

    In correttivo potrebbe essere rappresentato da una prima scrematura effettuata da gruppi ristretti, rappresentativi delle categorie produttive, da associazioni di cittadini, da comitati di quartiere, da comunità locali, da minoranze etniche e linguistiche, ecc ognuno di questi gruppi esprime una serie di persone. Tutti quelli individuati in questo modo, andrebbero a formare la rosa dei “migliori” tra cui si sceglierebbero i rappresentanti dei cittadini.

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